Dialogue Tag: sai DAVVERO come si usano?

Quante volte ti sei bloccato mentre scrivevi un dialogo e ti sei chiesto: "Ma qui posso usare disse? Va bene urlò oppure è sbagliato? Quanti posso usarne?"

I dialoghi erano la mia spina nel fianco quando ero agli inizi, col primo romanzo (un fantasy) che stavo scrivendo nel 2002. Davvero non avevo idea di dove sbattere la testa, per questo ho dedicato tanta attenzione ai dialoghi nelle mie lezioni.

In anni mi sono accorto che è un problema comune un po' a tutti! Diverse volte gli aspiranti corsisti mi hanno chiesto come si utilizzano i dialogue tag, ovvero quelle indicazioni che spesso si inseriscono nei dialoghi per far capire chi parla e come pronuncia la battuta.

Non sono obbligatori, non sono nemmeno la scelta che consiglio di più, ma possono essere utili per variare i dialoghi e sono molto utili in casi specifici.

Partiamo dall'inizio!

I dialogue tag sono quei verbi come "disse", "ribatté", "urlò" ecc. che di norma si impiegano per far capire chi parla e come pronuncia la battuta. La regola per impiegarli è semplice: usane il meno possibile perché sono forme di Raccontato.

Al posto dei dialogue tag vanno utilizzati maggiormente i beat, ovvero i piccoli gesti dei personaggi tra una battuta e l’altra per indicare chi parla quando la cosa non è evidente, e per aggiungere dinamismo e verosimiglianza al tutto.

I beat aiutano la recitazione del personaggio per introdurre battute e animare i dialoghi. Attenzione, la definizione di beat varia di manuale in manuale: in questo caso lo sto usando solo nel significato indicato prima, non in altri.

Conserva le indicazioni fornite col dialogue tag solo per quando ne hai proprio bisogno o quando sono utili a dare dettagli concreti.

Ma sta attento:

• sussurrare, urlare, sbraitare, abbaiare ecc. vanno bene, sono concreti, richiamano qualcosa di percepibile
• ribattere, concludere, sottolineare ecc. fanno schifo, raccontano ciò che è ovvio dalla battuta stessa.

Un uso vario della recitazione del personaggio, dell'alternanza di chi parla, della dichiarazione implicita (per argomento o situazione) o esplicita (per chiamata diretta: "Mario, tutto bene?" e ci aspettiamo risponda Mario) nella battuta precedente di chi avrà la successiva ecc. renderà realistico il testo senza cadere nell'errore madornale di usare decine di sinonimi di "dice/disse" (autentico marchio degli autori dilettanti e degli editor cialtroni).

Ti lascio il link alla lezione del mio Corso Base (29 lezioni, tutto gratuito) che tratta i dialoghi: Corso Base di Scrittura Creativa - Come Scrivere i Dialoghi

Se stai ancora cercando il tempo per fare il Corso Base (lo so, lo so, c'è poco tempo libero per tutti), ti consiglio di studiarlo dall'inizio, tanto è tutto online lì, per capire meglio concetti come "Raccontato" o "Mostrato" e ricevere le basi fondamentali di narrativa.

Non saltare solo agli argomenti che ti interessano di più o non capirai cosa spiego. È tutto in un ordine preciso per motivi precisi: non farti fregare dalla pigra voglia di saltare qua e là, è una trappola che ti impedirà di apprendere.

Con quei contenuti potrai capire come mai è meglio scrivere in modo sensoriale, specifico e concreto, ovvero idoneo a far immaginare la scena al cervello umano ed emozionali (come fanno gli scrittori che hanno studiato cosa sia la scrittura), al posto di scrivere in modo impersonale, vago e astratto, come invece troppi romanzi fanno (e infatti tantissime persone non riescono a leggere).

Buono studio!